Oggi, 19 agosto, è la giornata mondiale della Fotografia.
Da quel 1826, data in cui Nicèphore Niepce ha scattato la prima fotografia ad oggi, sono passati quasi 200 anni.
Sono stati scritti montagne di libri, approfondimenti, manuali tecnici e filosofici sulla ed intorno al mondo della fotografia.
Ma noi, nel nostro consueto stile, vogliamo festeggiare con 5 aneddoti che in un certo senso hanno fatto la storia di questo mezzo o ne raccontano le sfacettature.
Una delle prime Photoshoppate analogiche: il ritratto di Lincoln

Uno dei ritratti più famosi di Abraham Lincoln, un’immagine che trasmette la forza e l’autorità del famoso presidente degli Stati Uniti, è in realtà un falso storico: quell’immagine non fu mai scattata, ma è la combinazione del suo viso con il corpo di un altro politico, John Calhoun.
Ironia della sorte, John Calhoun, ex vicepresidente degli USA era un convinto sostenitore della schiavitù e fu un’ispirazione per gi stati secessionisti.
Il nome “Kodak”, la K che fa la differenza

Kodak, un marchio che ha fatto la storia della fotografia.
Vi siete mai chiesti da dove derivi questo nome?
Non esiste un signor Kodak che ha dato il nome all’azienda, né la parola ha qualche significato nascosto.
Semplicemente George Eastman, fondatore del noto marchio, cercava un nome che fosse sinonimo di forza e facilmente memorizzabile.
La “K” fu il punto di partenza: rappresentava per lui una lettera forte e decisa.
Il resto del marchio nacque provando infinite combinazioni di lettere che si potessero abbinare perfettamente a quella K.
Nasce così KODAK.
Fotocamere da spia

Durante la Guerra Fredda, sia gli USA sia l’URSS svilupparono idee innovative per le operazioni di spionaggio, dalle fotocamere con scatto temporizzato legate al petto dei piccioni viaggiatori, a quelle che si potevano nascondere in un pacchetto di fiammiferi alle spy camera installate dentro alle penne rese celebri da James Bond.
The Roaring Lion – Churchill, pessimismo e fastidio

Siamo il 30 dicembre 1941, in Canada.
Churchill ha appena tenuto un discorso ai membri del Parlamento canadese sulla Seconda Guerra Mondiale.
Lo statista è notorialmente raffigurato con il suo immancabile sigaro.
Ma durante questa sessione fotografica succede l’impensabile: il fotografo Yousuf Karsh, poco prima dello scatto, si sposta verso Churchill e gli toglie il sigaro.
L’espressione che verrà immortalata come “The roaring Lion” – il Leone ruggente che rappresenta la forza del Regno Unito contro il fascismo è in realtà un’espressione fastidio.
La prima fotocamera digitale, storia di un successo mancato

Ha 24 anni e si chiama Steven Sasson, lavora per la Eastman Kodak e nel 1973 lavora sui sensori CCD.
È un sistema innovativo che cattura la luce e la trasforma in un segnale elettrico. Peccato che non abbia la capacità di archiviare le immagini.
È così che Sasson si dirige verso un nuovo approccio, la digitalizzazione, ossia la trasformazione di impulsi elettrici in numeri che possano essere trasferiti in una memoria RAM e da lì in un supporto magnetico digitale.
Nasce così la prima fotocamera digitale, un Frankestein tecnologico di quasi 4 Kg, costituito assemblando una macchina di Rube Goldberg, la lente di una videocamera Super-8, un registratore digitale a cassette, 16 batterie al nickel cadmio, un convertitore analogico digitale e dozzine di circuiti.
L’immagine ottenuta è visibile su uno schermo TV.
Peccato che al tempo Kodak non capì le potenzialità dell’invenzione e lasciò ad altri la storia del digitale.
Conoscevi questi aneddoti? Durante i tuoi studi ne hai trovati altri interessanti?
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